Rischio idraulico

(tratto dal sito del Dipartimento di Protezione Civile)

Le alluvioni sono tra le manifestazioni più tipiche del dissesto idrogeologico e sono causate da un corso d’acqua che, arricchitosi con una portata superiore a quella prevista, rompe gli argini o tracima sopra di esse, invadendo la zona circostante ed arrecando danni a edifici, insediamenti industriali, vie di comunicazione, zone agricole, etc.
Le alluvioni più importanti che hanno interessato l’Italia e che hanno comportato un pesante bilancio sia in termini di vite umane sia di danni, sono state quelle del Po nel Polesine (1951), dell’Arno (1966) e del Po nel Nord Italia (1994 e 2000).
I fenomeni alluvionali censiti nella Banca dati del Progetto AVI (Aree Vulnerate Italiane), realizzata dal GNDCI-CNR per conto del Dipartimento, sono state nel periodo tra il 1918 e il 1994 oltre 28.000 ed hanno interessato più di 15.000 località.
Inoltre, in un rapporto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e dell’Unione delle Province d’Italia viene riportato che in Italia le aree a rischio elevato e molto elevato di alluvione sono diverse migliaia e coprono una superficie di 7.774 kmq, pari al 2,6 % della superficie nazionale

Norme Di Comportamento

PRIMA

  • Tieni e controlla periodicamente un kit di emergenza (Safety Bag) con: Kit di pronto soccorso + medicinali salvavita in caso di patologie Torcia elettrica con pila di riserva Radio e pile con riserva Impermeabili leggeri o cerate Coltello multiuso Chiavi di casa Carta e penna 1 – 2 bottigliette di acqua potabile Coperta in pile
  • Insegna ai bambini come comportarsi in caso di emergenza come chiudere gas, luce e acqua e telefonare ai numeri di soccorso.
  • Tieni pronti paratie o sacchetti di sabbia per i locali che si trovano al piano strada e chiudi le porte di cantine, seminterrati o garage, ma solo se non ti esponi a pericoli
  • Informati sugli strumenti che il Comune utilizza per diramare l’allerta e assicurati che la scuola o il luogo di lavoro abbiano un piano di emergenza per il rischio alluvione.

ALLERTA METEO

  • Condividi  con le persone a te vicine quello che sai sull’allerta e sui comportamenti corretti. 
  • Se ti devi spostare, valuta prima il percorso e se mettere al sicuro l’automobile o altri beni, ed evita le zone allagabili: può essere pericoloso.
  • Non dormire ai piani seminterrati ed evita di soggiornarvi.
  • Se non puoi abbandonare la casa, preparati a salire ai piani superiori e attendi l’arrivo dei soccorsi, eviterai di essere travolto dalle acque che possono salire anche di due metri in pochi minuti. Presta attenzione agli Allerta di Protezione civile emessi dalle autorità competenti.

DURANTE

  • Fai attenzione ai sottopassi: si possono allagare facilmente e intrappolarti dentro il veicolo impedendoti di uscirne.
  • Non andare mai verso il basso ed evita di passare sotto scarpate naturali o artificiali.
  • Dirigiti verso i luoghi più elevati. Se sei in gita o in escursione, affidati a chi è del luogo: potrebbero indicarti delle aree sicure.

DOPO                  

  • Fai attenzione anche nelle zone dove l’acqua si è ritirata: il fondo stradale potrebbe essere indebolito e cedere.
  • Verifica se puoi riattivare il gas e l’impianto elettrico; se necessario, chiedi la verifica di un tecnico.
  • Prima di di utilizzare i sistemi di scarico, informati che le reti fognarie, le fosse biologiche e i pozzi non siano danneggiati. Informati se le autorità hanno dato indicazioni e seguile prima di intraprendere qualsiasi azione, come rientrare in casa, spalare fango, svuotare acqua dalle cantina.
  • Prima di bere l’acqua dal rubinetto assicurati che ordinanze o avvisi comunali non lo vietino. Non mangiare cibi che siano venuti a contatto con l’acqua dell’ alluvione: potrebbero essere contaminati

Aree di assistenza

Alluvione 4 Novembre 1966

(tratto dalla Carta Alluvione del 1966 – Provincia di Firenze)

L’alluvione del 4 Novembre 1966 è classificabile come l’evento più catastrofico che ha colpito il bacino dell’Arno dall’avvento delle misure idrologiche: 160mm di pioggia in 24 ore, ragguagliati sull’intero bacino con punte di 250-300 mm, portata al colmo misurata alla Nave di Rovezzano pari a 4100 metri cubi al secondo, 1500 km quadrati di area allagata sui 9000 km quadrati che copre l’intero bacino idrografico. All’epoca la sezione di P.te Vecchio non era in grado di smaltire più di 2200-2300 metri cubi al secondo rispetto ai 4100metri cubi al secondo in arrivo per cui strariparono ed invasero Firenze oltre 70 milioni di metri cubi di acqua. Sui lungarni fiorentini l’acqua inizio a tracimare dalle spallette in prossimità della Biblioteca Nazionale intorno alle ore 7 del 4 Novembre 1966, dopo che nella notte si erano già verificati straripamenti in tutto il Valdarno superiore e Valdarno medio a monte della città. L’evento si manifestò con gravi conseguenze anche sul reticolo minore con situazioni rimarchevoli, limitatamente alla Provincia di Firenze, lungo la Sieve, Bisenzio, Greve , Elsa  e Pesa i cui bacini furono interessati anche da innumerevoli dissesti per frana. I danni al patrimonio culturali furono pertanto indubbiamente inestimabili ed in alcuni casi irreversibili, ma nel complesso Firenze seppe rimarginare velocemente la ferita subita e lanciarsi  come capitale dell’arte .

Gallerie correlate

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